Il ruolo dei territori nella transizione economica

Per far fronte alla mondializzazione e all’omologazione prodotta dal mercato e alle loro conseguenze sociali e ambientali, le istituzioni brandiscono, ormai da vent’anni, la nozione di sviluppo locale sostenibile. Il territorio, come base geografica dell’esistenza sociale, potrebbe ritrovare tutta la sua importanza:

  • umana: favorendo il tessuto di relazioni e le dinamiche culturali e sociali;

  • economica: grazie all’intervento di attori che costruiscano l’offerta e la domanda in modo congiunto e coerente; canalizzando le diverse energie e rendendole complementari; come fonte d’innovazione e di dinamismo economico

  • politica: mettendo al centro l’importanza della relazione tra società civile e amministrazioni locali; come primo mattone di un governo democratico forte in cui la dinamica di cambiamento si esprima attraverso le azioni degli attori sociali sul loro territorio

  • ecologica: grazie a una gestion intelligente delle risorse.

L’economia solidale si colloca in questo movimento di territorializzazione per la sua duplice finalità economica e sociale, per il suo funzionamento socio-economico collettivo e partecipativo, per la messa in discussione dei principi di funzionamento dell’economia e per la pretesa di fare un’economia diversa. L’economia solidale produce valore e ricchezza integrati alla vita locale facendo ricorso a competenze in materia di sviluppo economico e di azione sociale, integrando le iniziative socio-economiche della società civile alla creazione di beni, di servizi e di posti di lavoro che rispondano ai bisogni delle popolazioni locali e che rafforzino la coesione sociale. Inoltre, il governo democratico delle iniziative di economia solidale si avvicina alla nozione di democrazia di prossimità o di democrazia partecipativa. L’economia solidale ha dunque un peso politico, poichè sviluppa la relazione tra amministrazioni locali e società civile. Il territorio sembra essere il campo di azione appropriato per coloro che promuovono progetti di economia solidale che richiedono uno spazio delimitato, una prossimità forte tra gli attori e un’organizzazione reticolare.

Sono molte le piste da seguire e da integrare nella costruzione di politiche pubbliche che promuovano e sostengano l’economia sociale e solidale: una finanza solidale e basata sul territorio che mobilizzi un risparmio di prossimità; la creazione di circuiti corti tra chi contrae un prestito e i risparmiatori;la creazione di fondi di cauzione solidale; l’accompagnamento dei portatori di progetti; lo sviluppo di sistemi di scambio a circuito corto tra consumatori e produttori agricoli (per esempio le AMAP in Francia, le esperienze di budjet partecipativi in Africa o altrove, le monete locali); i patti locali per la coesione sociale e il lavoro in Francia e in Europa. Queste politiche devono permettere la creazione di posti di lavoro e di attività, il finanziamento e l’accesso ai mercati pubblici per la costruzione di solidarietà locali, l’articolazione di diverse competenze, partenariati tra attori sociali e i germi di una nuova economia più rispettuosa del pianeta e dei suoi abitanti.